La mia storia ha percorso un inter molto ordinario, dopo la scuola ho iniziato subito a lavorare nel settore della costruzione di infrastrutture per un’azienda che era presente in numerose aree sparse per tutto il mondo.
Da qui in poi posso dire che la mia direzione, che fino a quel momento era stata normale e lineare, si trasformò completamente regalandomi molte opportunità di crescita e di viaggiare molto.
Dopo molti anni passati a fare questa vita, alcune dinamiche personali mi portarono a rientrare nella mia terra d’origine, la Maremma toscana dove iniziai quasi inconsapevolmente ad avvicinarmi alla fotografia.
Durante questo avvicinamento capì che il mio interesse non era rivolto verso i tecnicismi o le macchine fotografiche ma verso la voglia di raccontare storie, per questo di li a breve decisi di contattare alcuni fotografi e foto-giornalisti che seguivo per chiedergli di insegnarmi i loro mestiere attraverso un percorso formativo e di mentorship cucito sulla mia persona.
Fortunatamente le persone a cui mi eri rivolto si dimostrarono molto sensibili e vogliose di aiutarmi, grazie a loro imparai a conoscere molti aspetti del mio carattere che fino ad allora non sospettavo di possedere.
Questa è stata una delle scelte migliori che io abbia mai preso, il mondo che si aprì davanti a me durante questo percorso fu immenso e le occasioni di miglioramento personale infinite.
La fotografia è uno strumento di comunicazione incompleto e ambiguo, raccontarci qualcosa è molto difficile, si corre costantemente il rischio di cadere in stereotipi e cliché (sopratutto in questo momento storico saturo di immagini), per riuscirsi bisogna decidere di abbracciare la complessità, riflettere sulle cose, rallentare, far maturare i pensieri, concedersi tempo, cosa che al giorno d’oggi rimane sempre più difficile.
@marco___maisano
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