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le cornate di gerfalco

Esistono luoghi con cui instauriamo subito un rapporto intimo senza un motivo preciso, spesso sono posti insospettabili in cui ci imbattiamo quasi per caso... 

Infatti è proprio quello che è successo a me quando ho deciso di andare sulla vetta delle Cornate, una delle cime più alte della mia zona.

Sentivo parlare molto bene di questo posto da persone che lo avevano raggiunto, ho iniziato a cercare informazioni del tipo, dove trovare il sentiero giusto, il tempo necessario, i punti panoramici, ma quando ho cercato delle immagini per avere un’idea di quello che avrei visto, non ho trovato niente che saziasse la mia curiosità.

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Mentre preparavo lo zaino mettendoci dentro alcuni oggetti ho deciso di portare con me anche una piccola macchina fotografica, lo faccio spesso in realtà, ma quella volta c’era un motivo preciso, non avevo trovato tante immagini online e quindi decisi che avrei avuto le mie.

Mentre guidavo per raggiungere il punto dove parcheggiare, che avevo individuato su maps, riflettevo sulla mia ricerca di informazioni di un posto che non avevo mai visto, se avessi trovato dozzine di immagini o video, se il paesaggio fosse stato inflazionato e sdoganato, almeno dal punto di vista visivo, sarei partito comunque per questa piccola avventura? Troppo spesso ricicliamo immagini, pensieri, sensazioni condivise sui social da altri sconosciuti, infatti almeno nel mio caso vedo che questa sovrabbondanza di testimonianze e ostentazioni tenta di immobilizzarmi, come se inconsciamente e silenziosamente un pensiero strisciasse sotto la mia pelle fino ad arrivare all’orecchio per sussurrarmi che sarebbe inutile raggiungere un posto dopo aver già visto tutto o quasi tutto, foto, video, time-laps, riprese aeree e Vlog prodotti con il solo scopo di aumentare visualizzazioni e like.

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Il percorso che porta alla vetta è molto bello e vario, si passa da aree aperte e rocciose a sentieri coperti dalle chiome degli alberi, questo alternarsi va avanti fino a raggiungere la parte più alta del cammino in cui la pendenza diminuisce e la passeggiata diventa molto più dolce e rilassata, è proprio a questo punto che lo sforzo necessario per la salita viene ripagato da un panorama e un’ambientazione mozzafiato.

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Ci si sente soli lassù mentre si cammina e si guarda il paesaggio che permette di scorgere Siena a est e l’isola d’Elba a ovest, ma non è una sensazione angosciante o negativa ma anzi, non credo esista altro modo per poter godere a pieno di quei momenti e di quelle sensazioni che cercano di attraversare mente e corpo, creando un ricordo talmente autentico e personale da spingermi a ritornare per riaccenderlo e riviverlo, rinnovarlo, potenziarlo, scolpirlo ancor più profondamente nella memoria… 

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